I Sindacati del Comparto Sicurezza e i COCER delle Forze di Polizia ad ordinamento militare e del Comparto Difesa (Esercito, Marina, Aeronautica) si sono riuniti per valutare lo stato di attuazione della delega riguardante il riordino del modello della sicurezza e della difesa e delle carriere del personale.
Un riordino, sottolineano Sindacati e COCER, necessario non solo rispetto al processo riformatore attivato con la legge Madia, ma atteso da circa vent’anni per efficientare delicati e nevralgici settori dello stato al fine di adeguarli alle nuove e complesse sfide che gli scenari geopolitici internazionali e nazionali pongono quali, ad esempio il contrasto alla criminalità organizzata, l’aggressione ai diritti fondamentali di libertà ai cittadini e, non per ultimo, la lotta al terrorismo internazionale e la difesa dei confini del paese rispetto agli scenari di guerra alle porte del mediterraneo.
Il confronto, che ha visto la partecipazione della quasi totalità delle sigle sindacali e di tutti i COCER, si è sviluppato sulle proposte involutive e penalizzanti presentate dagli apparati delle amministrazioni interessate.
Questo riordino, da occasione storica, rimarcano sindacati e COCER, per disegnare una nuova macchina della sicurezza e della difesa sui bisogni dei cittadini e del Paese, sta diventando l’ennesimo tentativo degli apparati per aumentare le alte gerarchie delle Forze di Polizia a competenza generale e per negare una specificità lavorativa riconosciuta per legge e massificare le donne e gli uomini in uniforme, che nonostante tutto, ancora oggi continuano con spirito di abnegazione a garantire la difesa dei confini, la pace, la sicurezza dei cittadini e la democrazia nelle istituzioni repubblicane.
Un atteggiamento retrogrado degli apparati che, comunque, non riesce a nascondere che la vera questione per giungere ad una riforma moderna che esalti le professionalità e migliori il servizio, non può che passare attraverso un idoneo stanziamento di risorse, atteso che i 119 milioni oggi disponibili sono assolutamente insufficienti poiché la sicurezza e la difesa nel nostro Paese, sono un investimento ed una priorità nonché condizioni imprescindibili e volano per lo sviluppo economico sociale e per una piena integrazione dei popoli.
Considerato che il Governo ha affermato che la sicurezza e la difesa sono prioritarie nella sua azione, sottolineano i leader sindacali e dei COCER, nonché il fatto che il tempo a disposizione per procedere ad un riordino concreto non è assolutamente sufficiente rispetto al termine oggi previsto per permettere i necessari approfondimenti al fine di raggiungere gli obiettivi auspicati, così come insufficienti sono le risorse, le sottoscritte OO.SS. e COCER chiedono al Governo di dare concretezza alle affermazioni enunciate facendo uno sforzo affinchè si possa ammodernare il sistema della difesa e dell’ordine e sicurezza pubblica. In tal senso richiedono un effettivo confronto con le rappresentanze del personale per mettere a punto soluzioni efficienti e condivise. Confronto che fino ad oggi, per alcuni non vi è mai stato, per altri è stato solo parziale.
Insieme a maggiori risorse, diverse da quelle del bonus degli 80 euro di cui si chiede la strutturazione e messa a regime attesa la transitorietà dello stanziamento e rispetto al quale diamo atto che costituiscono una intelligente misura disposta dal Governo che ha dato un minimo di respiro alle retribuzioni falcidiate per anni dal blocco delle carriere e da quello della contrattazione disposto dai governi precedenti, occorre altresì, concludono i Sindacati e le Rappresentanze militari, aprire un confronto con i rappresentanti del personale affinché, partendo dalla tutela dei singoli operatori del Corpo Forestale e del loro status giuridico, senza per questo arrestare il processo riformatore, e dando attuazione a quelle norme già varate dal Parlamento che incidono sempre sull’assetto ordinamentale, si giunga ad una riforma che, garantendo un sistema più moderno ed efficace, dia anche risposte alle legittime aspettative dei cittadini e delle donne e degli uomini oggi in servizio in queste amministrazioni. Il tutto attraverso processi meritocratici che valorizzino le professionalità acquisite e garantiscano le necessarie opportunità ai giovani che scelgono di servire il Paese in queste amministrazioni.
Il tutto, come ogni riordino, prevedendo una fase transitoria che acceleri l’attuazione della riforma e non mortifichi la dignità professionale di chi, già oggi e da anni, serve con abnegazione e sacrificio lo Stato.
Attendiamo fiduciosi concreti segnali di attenzione dal Governo poiché preferiamo il dialogo ed il confronto alle contrapposizioni sterili e fini a se stessi.