Pubblichiamo un comunicato congiunto delle segreteria sindacali provinciali più rappresentative sul territorio, inviato al Sig. Questore di Taranto
Sig. Questore Dott. Giuseppe BELLASSAI,
a poco più di quattro mesi dal suo insediamento, il cartello sindacale di cui sopra – ad eccezione di una sola sigla – avendo ricevuto il mandato di rappresentanza dei propri iscritti, ritiene necessario rappresentare una serie di questioni meritevoli della Sua attenzione e crediamo come sia ormai giunto il momento di evidenziarle anche con spirito critico.
Diamo atto che, immediatamente dopo il suo arrivo, con una “celerità” che mai si era riscontrata nelle precedenti gestioni, ha inteso adottare specifici provvedimenti in ordine al potenziamento dei Commissariati di P.S. di Martina Franca, Grottaglie e in particolar modo di Manduria oltre che del Commissariato Borgo, disponendo il trasferimento di alcune aliquote di personale.
Inoltre, ha aggregato il personale nella “Sezione Reati contro la P.A.” in seno alla Squadra Mobile (personale rinvenente da uffici diversi da questo e non anche dal suo interno, modifica che a nostro parere sarebbe risultata sicuramente più appropriata della prima e meno dispendiosa) e ha istituito la “Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali” inglobandola nella Divisione Polizia Anticrimine.
In ragione di ciò, le finalità apparivano subito chiare: “irrobustire” entrambi le Sezioni allo scopo di contrastare i reati specifici che tanta diffusione hanno nel contesto tarantino e migliorare la lotta alla criminalità organizzata attraverso provvedimenti di natura ablativa dei beni illecitamente acquisiti dalle consorterie criminali.
Riteniamo, però, come tale “spedita riorganizzazione”, pur nelle giuste prerogative avanzate dal management, non sia stata accompagnata da una adeguata informazione indirizzata ai colleghi prescelti a ricoprire tali incarichi che in così poco tempo, senza neanche rendersene conto, sono stati catapultati in realtà investigative privi di una conformata e specifica formazione. Per di più, la gran parte di loro, non avevano nemmeno avanzato istanza di trasferimento o di aggregazione per tali Uffici.
Già questo primo aspetto, ha destato in noi talune perplessità, poiché, per la Squadra Mobile, ad esempio, a differenza di quanto in linea di massiva avveniva pima – con attinenza anche all’annesso procedimento amministrativo (Legge 241/90) – sono stati calpestati alcuni dei principi cardini del medesimo procedimento ovvero l’anzianità di servizio e soprattutto l’anzianità della domanda presente agli atti d’Ufficio.
Inoltre, sembrerebbero state ignorate completamente le numerose istanze (risulterebbero circa 40 istanze, quanto meno assoggettate alla valutazione datoriale – ergo, possibile che nessuna di esse avesse i profili, esperienza o attitudine per l’ufficio investigativo in parola?) di coloro che da diverso tempo, nutrivano forti aspettative professionali e motivazionali per accedere in un ufficio, ancora così tanto ambito come quello della Squadra Mobile di Taranto.
Alla luce di tale analisi, queste OO.SS., sebbene fino ad ora hanno formalmente taciuto, non hanno assolutamente condiviso le modalità con le quali la S.V. ha inteso scegliere il personale e seppur in maniera non ufficiale, non hanno mancato di evidenziare a Lei tale aspetto.
Probabilmente, nella fase preliminare e di conoscenza tra le parti, sarebbe stato più utile agevolare un esame di natura consultiva tra sindacati e amministrazione, in modo da poter conoscere in maniera più appropriata l’articolato progetto del Questore, anziché spingere sull’acceleratore e tenerlo segretato; movenza, probabilmente appartenente ad un retaggio del passato che in loco, ritenevamo ormai ampiamente superato.
All’opposto, abbiamo invece registrato uno “scombussolamento” che sin da subito ha generato negli operatori di questa provincia, non poche ansie. Per di più, così facendo è stato “cassato” il percorso di continuità ottenuto a fatica e che queste OO.SS. avevano condiviso con il datore. Infatti, nell’ottica dell’ottimizzazione degli uffici e delle giuste prerogative esercitate dalla P.A., nella gestione interna dei movimenti, avevano posto quale base comune, equilibrio e trasparenza, anteponendo e condividendo con il management, alcuni criteri di massima che adesso rischiano di finire alle “ortiche”.
Questo è anche uno degli aspetti balzato prepotentemente alle cronache interne, giacché la mobilità del personale – e non potrà che non convenire con noi – da sempre determina l’humus del personale e sebbene essa sia una prerogativa dell’Amministrazione, non può prescindere da una condivisione degli obiettivi a maggior ragione quando si intendono raggiungere risultati così ambiziosi.
A ciò si aggiunga che depauperare risorse umane da alcuni uffici a vantaggio di altri, se da una parte, nell’immediato, ha determinato qualche effetto positivo per l’ufficio o per la squadra destinataria di quel rafforzamento, dall’altra ha prodotto un indebolimento per l’ufficio che ha dovuto privarsi di alcune unità, senza che le stesse venissero compensate. E non siamo a specificare quale importanza strategica, e/o quale utilità dal punto di vista informativo ed investigativo, vantano alcuni di questi svigoriti uffici, nonostante le attenzioni e le indicazioni a livello centrale riservate proprie ad essi, siano ben altre (vedasi la Digos).
Nel gioco della coperta, taluni uffici, sono stati sguarniti da importanti figure aventi dalla loro una spiccata professionalità ed esperienza. E anzi, seppur nella forma iniziale “dell’istituto dell’aggregazione” – preludio alla trasformazione postuma in trasferimento effettivo – non si è tenuto minimamente conto che alcuni di questi colleghi e colleghe, nell’ambito delle loro aspirazioni professionali e magari dopo anni di attesa a poter ambire ad uffici come ad esempio la Digos, erano stati in essa movimentati (a domanda) da appena qualche mese. Poi, stante il dispositivo da Ella voluto, sono stati rimossi per la seconda volta, quasi fossero “pupazzi o pacchi postali”, senza tener conto delle loro ambizioni, delle prospettive e degli aspetti che attengono l’equilibrio psico-fisico raggiunto nell’ambito del proprio lavoro.
Un inutile stillicidio, senza fine, se si considera che il potenziamento delle risorse umane per la Questura di Taranto per l’anno 2019 è del tutto inadeguato sia rispetto alla sostituzione del personale posto in quiescenza sia rispetto alle ambiziose attività che Ella vuole perseguire in materia di sicurezza.
Tuttavia, nel rispetto delle prerogative che il nostro datore di lavoro ha in questa delicata materia, potrebbe invece risultare necessario, recuperare (e non sprecare) unità di personale attualmente impegnato in altre attività e siamo ad affermarlo tenuto conto che vi sono specifiche direttive ministeriali a firma del Signor Capo della Polizia.
Un esempio emblematico è rappresentato dall’Ufficio Telegrafo posto presso la Prefettura, in cui oggi ancora insistono figure e mansioni “indebitamente” poste a disposizione del locale Ufficio Territoriale del Governo e di chi lo rappresenta ai massimi livelli, mentre fuori di qui, abbiamo un Archivio di Gabinetto, “dismesso” ovvero assolutamente privo di risorse umane che fino a prima espletavano un’eccellente, articolata, laboriosa ed ordinata attività fascicolare nell’ambito del c.d. sistema MIPG, basilare per il buon andamento e per l’efficienza in toto degli Uffici della Questura e che oggi invece registra talune falle.
Nell’ambito di questo generale decremento degli organici, accompagnato da un aumento del carico di lavoro e da uno stress fisico e psicologico derivante anche dall’età media del personale, si celano le vere criticità di questa Amministrazione.
Egregio Questore, non possiamo sottacere al fatto che, nel tentativo di dare risposte alla richiesta sempre maggiore di “procacciare” sicurezza –nonostante in questa provincia, le statistiche ufficiali ISTAT certificano una diminuzione dei reati – e anche di una conseguente intensificazione dei servizi di controllo del territorio e di ordine pubblico, indubbiamente si è solo “sovraccaricato” il personale, tenuto conto che così come ormai da tempo denunciato, l’organico è sotto di 140 unità, rispetto alla originaria pianta organica e l’età avanza inesorabilmente !!
Significative sono le segnalazioni che oramai quasi quotidianamente giungono a questo cartello da tutti i noti avamposti ed uffici di Polizia e ancor più dai Commissariati da troppo tempo lasciati ad una lenta agonia, ed hanno per oggetto una serie di questioni come: la fruizione del riposo dopo lo smontante, la negazione del congedo nota legge 937/77 sulla scorta di generiche esigenze di servizio, difficoltà ad ottenere congedi straordinari anche in presenza di conclamate problematiche di salute e/o di assistenza ai familiari, programmazioni settimanali quasi sempre in violazione all’A.N.Q., prolungamento dell’orario di servizio non sempre giustificato e cambi turno d’ufficio in alcuni casi superiori alla media.
A ciò si aggiungano, le conclamate criticità in cui versano le Divisioni della Questura: per il Gabinetto (Archivio, Protocollo, Spedizione e Corpo di Guardia), per l’Amministrativa e Sociale (la Squadra Amministrativa oberata da un carico di lavoro non più sostenibile…ne occorrerebbe almeno un’altra…) e per la Polizia Anticrimine (Misure di prevenzione personali tipiche e atipiche), per l’Ufficio del Personale ridotto ai minimi termini con aumento dei carichi di lavoro: nella 2^ Sezione a causa dei nuovi decreti correttivi del riordino, nella 1^ Sezione a seguito delle assunzioni straordinarie degli Allievi Agenti della P.S. conseguenti alle determinazioni assunte con la Legge di Bilancio nella previsione dei futuri pensionamenti delle Forze di Polizia.
Tra i cambiamenti da Ella determinati, si registra l’impiego in maniera fissa presso l’Hotspot del Medico della Polizia del nostro Ufficio Sanitario, in occasione dell’arrivo degli extracomunitari. Ci auguriamo come le “falle” determinate dagli Enti preposti al suo funzionamento, non ricadano sugli operatori di Polizia e anzi a dirla tutta, ci auguriamo che le Istituzioni, intervengano su esso con correttivi decisi se non drastici atteso che al suo interno non vi sarebbero nemmeno le condizioni igieniche minime (i bagni ad esempio) come da normativa vigente.
In generale, il “cambio di marcia”, imposto da qualche mese a questa parte, ha gravato un po’ tutti gli uffici e le divisioni, in particolar modo se si considera che alcuni colleghi e colleghe seppur con il criterio della rotazione, ognuno per la quota parte, sono stati maggiormente coinvolti nei servizi di Ordine Pubblico, servizi che fino a prima del suo arrivo, anche per un accordo bilaterale tra sindacati e amministrazione (che con la sua reale attuazione fino ad oggi aveva assicurato ottimi risultati e performance) veniva garantito dal personale del Commissariato Borgo, da Lei incrementato con il trasferimento del personale delle S.I.T.
E come detto, la situazione nei Commissariati, compreso il Commissariato Borgo, appare anche peggio, almeno questo è uno dei primi dati che oggettivamente è emerso nel corso delle recenti assemblee svolte con gli operatori di questi avamposti.
L’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico che nel tempo ha visto diminuire sensibilmente il personale addetto alla trattazione, redazione ed inoltro dei primi atti e dei successivi accertamenti di Polizia Giudiziaria con notifiche e deleghe dell’A.G. da inoltrare alla Squadra Mobile e alla Divisione P.A. – e che tra l’altro contribuisce anche nei servizi di O.P., rappresentanza ed autista – è in evidente difficoltà visto il sovraccarico di lavoro mentre il personale della VOLANTE ormai ridotto all’osso (e stante la lista degli ultimi movimenti da Lei disposti, sono ben 17 i colleghi in uscita), è chiamato ad un incremento delle performance che sa più di “spot pubblicitario” che di effettiva attività di prevenzione con orari di lavoro che non sempre consentono adeguati recuperi e con una pressante richiesta di 4 volanti a turno anche quando tale numero sarebbe improponibile; Volanti alle quali è stato chiesto di incrementare i posti di controllo.
Ad essi va riconosciuta, oltre che una dote elevata di professionalità, anche una forte abnegazione alla loro delicata mission, nonostante le difficoltà spesso riscontrate in ambito operativo, vedasi la cronica questione del rilevamento degli incidenti stradali, in alcuni casi anche mortali (con profili di responsabilità civilistica e penale non indifferenti), questione a Lei già nota. Questa situazione, ha come riflesso critico, la mancanza sul territorio di pattuglie della Polizia Locale e della Polizia Stradale, sebbene quest’ultima, come da decreti ministeriali ed interministeriali, è chiamata ad operare più sulle strade extraurbane che urbane.
Ci sembra tra l’altro doveroso insistere sugli uffici così detti burocratici che appaiono “sotto pressione”, ove il personale, come detto, è chiamato a contribuire ai numerosi servizi di Ordine e Sicurezza Pubblica e al tempo stesso ad assicurare un efficiente servizio nell’ambito degli uffici di appartenenza. Stimo tra l’altro notando come, sempre nel cambio di rotta da Lei imposto, si disponga persino l’invio di personale della Questura nei paesi della provincia, in occasione delle normali, numerose e consuete processioni religiose, il cui mantenimento dell’ordine pubblico, fino a prima veniva assicurato dall’aliquota di personale della locale Armai dei Carabinieri e dai Vigili Urbani e sebbene, come risulta, tali eventi religiosi non abbiano mai destato alcuna preoccupazione appunto sul piano dell’ordine e della sicurezza pubblica.
Vi è da dire che i carichi di lavorio da una parte ed una esiguità di persone dall’altra, con riferimento agli uffici burocratici che espletano turni non continuativi, non consentono un impiego ulteriore nelle turnazioni 14/20, turno di per sé già oneroso se si considera che il più delle volte viene già espletato ed assorbito nell’ambito dei servizi di O.P.
La S.V. per rendere più efficaci e tempestive le risposte alle istanze di sicurezza provenienti dai cittadini, ha adottato il progetto “Comunità Sicure”. In buona sostanza, il territorio urbano ed extraurbano è stato suddiviso in quattro macro aree, una delle quali ha come riferimento la città di Taranto mentre le altre tre, i principali Comuni della Provincia, ossia Martina Franca, Manduria e Castellaneta.
Il servizio che si svolge due volte la settimana (su fasce orarie 8/14-15/21-18/24) vede l’impiego congiunto di personale specializzato della Divisione P.A.S.I., della Divisione Anticrimine, dell’Ufficio Immigrazione unitamente a personale della Questura.
Ecco la ragione per la quale, nella recente convocazione per l’attuazione degli orari in deroga sulla Squadra Falchi, all’unanimità, queste OO.SS., non hanno inteso ratificare l’effettuazione di tali servizi che si sarebbero aggiunti a quelli già esistenti, concessi in deroga secondo le normative contrattuali vigenti. Accordi che vedremo se saremo in grado di confermare anche in futuro!!
E’ di tutta evidenza che queste iniziative, hanno comportato un ulteriore impegno in termini di risorse umane, provocando una serie di criticità nella fruizione del congedo ordinario durante la trascorsa stagione estiva, tant’è che queste OO.SS., in numerose occasioni sono state sollecitate ad intervenire per cercare soluzioni ad una pianificazione “confusa” nella concessione di questo diritto, palesemente evidenziatosi con i trasferimenti e le aggregazioni di fine giugno, quando eravamo in pieno piano ferie.
I responsabili di alcuni uffici, alla richiesta di chiarimenti, per giustificare alcune scelte, hanno invocato “linee guida” emanate non si sa da chi!! Solo attraverso la mediazione di queste OO.SS. con i vertici della Questura e stante la disponibilità dei colleghi, è stato possibile ricercare soluzioni “accettabili”.
La circolare emanata il 22 luglio u.s. sulla programmazione del congedo per le festività natalizie 2019/2020, a nostro parere, sembra essere una conseguenza di queste criticità. Porre come limite massimo il 30 settembre 2019 per la presentazione delle istanze di congedo, appare una soluzione inadeguata rispetto alla tipicità della nostra attività che difficilmente si concilia con programmi troppo prematuri.
In definitiva e come ultima analisi, apprezziamo il fatto che Ella, di recente seppur in seguito ad alcune recriminazioni di ordine sindacale, abbia voluto riunire tutto il cartello delle OO.SS. e ne valutiamo la sua apertura giacché da oggi in avanti, crediamo sia necessario condividere le basi per un dialogo più costruttivo nell’interesse comune delle parti e per migliore l’offerta dei nostri servizi al cittadino.
Ne converrà che è assolutamente necessario ricercare soluzioni migliorative che contemplino una taratura del sistema all’attuale contesto, armonizzando le esigenze dell’Amministrazione con quelle dell’operatore di Polizia e quelle dei cittadini.
Ma non possiamo sottacere al fatto che le innumerevoli criticità di cui è caricata la Polizia di Stato Jonica, sono imputabili a numerose variabili alcune delle quali assolutamente incontrollabili, tra l’altro in un territorio cosi particolare soprattutto sul piano sociale, dell’economia e dell’industria locale.
La contrazione del personale, è un problema comune anche alle altre forze di Polizia a competenza generale e probabilmente lo sarà ancor più per i prossimi anni, ecco che non possiamo non riportare alla evidenza Il COORDINAMENTO tanto invocato dalla 121 che in tal caso e in un periodo storico così delicato, potrebbe venirci in soccorso, evitando tra l’altro automatismi univoci ed autonomi che magari escludono le altre forze esistenti sul territorio.
Offrire maggiore sicurezza ai cittadini sia reale che percepita, non può prescindere da un maggiore coordinamento fra tutti gli attori che in una provincia sono chiamati a tutelare questo bene. Ciò consentirebbe non soltanto più ambiziosi traguardi ma anche una distribuzione degli oneri fra tutte le forze di polizia chiamate ad operare su questo territorio, giacché non vi è esclusivamente la Polizia di Stato, già gravata di suo da numerose incombenze e giacché da sempre, queste OO.SS, rivendicano il ruolo primario e centrale del Questore quale Autorità tecnica di P.S.
In conclusione della nostra disamina e denuncia, diamo atto che la presente nota, per il tramite delle relative Segreterie Nazionali, è stata inoltrata presso l’Ufficio Rapporti Sindacali del Dipartimento della P.S.
Infine, in questo giorno di profonda tristezza, amarezza e anche rabbia, vogliamo dedicare un pensiero a “Pierluigi e Matteo” i due giovani colleghi caduti in servizio a Trieste per mano di due vili assassini. Esprimiamo il cordoglio e la vicinanza ai familiari.
Si resta in attesa di un cortese cenno di riscontro.
Taranto, 5 novembre 2019