Egregio Dr. Caramia,
quale preludio di ciò che oggi registriamo, avevamo messo in preventivo come nei mesi più caldi della stagione estiva, ci saremmo trovati a gestire una serie di concomitanti emergenze e tra queste, la più critica attiene sicuramente la gestione del fenomeno migratorio legata agli sbarchi che ormai, nella sua ciclica consecutio – quasi fosse una cambiale da pagare – si ripropone in tutta la sua drammaticità, mandando per mare e per terra, migliaia e migliaia di appartenenti delle forze dell’ordine e delle forze armate, attesa la politica dell’accoglienza dei profughi, decisa dall’esecutivo di Governo.
Un “costo” non certo neutro al bilancio dello Stato e che grava sui cittadini italiani per far fronte ad una emergenza scaturita nell’ambito di un’altra emergenza: la pandemia che proprio nei paesi da cui provengono i profughi, tutt’ora registra i picchi più alti, questione che dal punto di vista sanitario preoccuperebbe chiunque, giacché, ad esempio abbiamo visto, cosa è accaduto di recente a Siderno dove a seguito del contatto con i profughi asintomatici, è stata messa in quarantena fiduciaria la quasi totalità del personale di quel Commissariato di P.S. oppure quanto è accaduto nell’Hotspot di Pozzallo in cui si sono registrate alcune positività al virus Covid 19.
E pensare che i massimi vertici del Dipartimento, hanno accennato ad un presunto “danno erariale” che secondo loro, giustificherebbe la revisione e destrutturazione di vari presidi di Polizia (e Taranto rischia la inspiegabile e inconcepibile chiusura della Polizia di Frontiera!!). Ci chiediamo, appunto, quanto denaro pubblico, invece viene utilizzato per far fronte ad una emergenza del genere. Un dispendio significativo rispetto alla bazzecola sulla gestione di certi presidi di Polizia!!
Vi è poi la qualità e la pianificazione del lavoro, i carichi di lavoro, il recupero psicofisico, la salute dei lavoratori di Polizia e la prevenzione sul posto di lavoro, il tutto collegato al rispetto delle norme contrattuali e ai regolamenti di servizio, argomenti quest’ultimi che un sindacato serio e costruttivo come il nostro, non può né sottacere tantomeno barattare, atteso che da diversi mesi, presso il XV Reparto Mobile di Taranto, ormai sembrano essere saltate tutte le regole del banco. Altro che Pretura del Lavoro – qui bisognerebbe approdare in ben altre sedi!!
Per queste ragioni, una disamina a parte, va fatta in ordine all’impego di questo Reparto; una lucidissima e criticissima analisi che non si discosta minimante da ciò che il SIULP di Taranto, attraverso i suoi delegati, ha voluto fortemente evidenziare anche nel corso della recente “verifica semestrale” prevista dall’A.N.Q. che non si è ancora conclusa, poiché, ci risulta, riprenderà nella giornata di domani e pare Lei debba dare comunicazioni e spiegazioni ai suoi interlocutori visto che ha annunciato un suo discorso.
E il SIULP Jonico, sarà attentissimo alla sua disamina, attesa la responsabilità manageriale che in un momento particolare come questo, nell’ambito gestionale, incombe esclusivamente sulla sua testa.
Di fatto, l’impegno di questo Reparto, in questi mesi, per le note emergenze nazionali (Tap, ex Ilva, Hotspot ecc…) è associato a quello di tutti i Reparti Mobili, impegnati allo stremo per fronteggiare tante situazioni alcune di esse scaturite all’improvviso.
Ed è proprio in questo teatro operativo che la risorsa umana del Reparto, rapportata ad un indice d’impiego che in questo momento è elevatissimo e all’età media oramai sempre più avanzata (il XV di Taranto, risulta essere tra quei reparti con l’anagrafe più alta), risulterebbe essere il Reparto più sotto stress.
Crediamo come su di Lei gravino tante responsabilità, a partire dalle ripetute violazioni con impieghi assolutamente non previsti dalle normative dell’Accordo Nazionale Quadro, sebbene, siamo consapevoli che vi è una complessa situazione di crisi inquadra in un contesto nazionale, per quanto, non tutte le regioni sono interessate da certi fenomeni e la Puglia è in prima linea insieme alla Sicilia ancor più sovraccaricata.
“Ma una emergenza non è per sempre”: ha un inizio, una fase di assestamento e (forse) una fine. Tuttavia, se tale è considerata, è necessario procedere ad una rivisitazione delle problematiche valutando una maggiore concorrenza nei servizi da parte di altri reparti similari, oltre a quella già fornita. Ma è la sua persona che se ne deve fare carico rapportandosi con gli uffici ministeriali oltre a quelle dell’Autorità Provinciale di P.S. Ma un passo alla volta: quanto prima effettueremo una attenta disamina anche in Questura.
Tuttavia, non vi possono essere scusanti o alibi; riteniamo infatti come ben altro andava fatto prima di giungere a queste condizioni. Andava pianificata, ad esempio, l’organizzazione degli uffici o di quello che resta di loro, e con più attenzione, bisognava svolgere una valutazione della forza utilizzata nei vari teatri operativi, giacchè, oggi lo stesso
personale, è spossato, snervato e a volte subisce la confusione di un spasmodico utilizzo nei numerosi e ripetuti servizi di O.P. Registriamo forti disagi poiché i coMeghi ormai a mala pena riescono a pianificare gli impegni familiari e della propria vita privata. Serenità perduta, insomma!! Ecco cosa significa stress da lavoro correlato, di cui, detiene una responsabilità legislativa il datore di lavoro.
Si è raschiato il barile, soprattutto da quando si assiste al completo svuotamento degli uffici che svilisce persino le attività necessarie ad amministrare un grosso ufficio come quello da Lei diretto. Tra l’altro, abbiamo il ragionevole dubbio che l’amministrazione stessa di tali uffici, sia stata già compromessa e se questo venisse acclarato, evidentemente concretizzerebbe un atto di “irresponsabilità”, per il quale, altri, al nostro posto, avrebbero già chiesto una ispezione ministeriale. Ma faremo una valutazione al nostro interno e ci consulteremo con la nostra Segreteria Nazionale a cui il documento è diretto per l’inoltro al Dipartimento della P.S. – Ufficio Rapporti Sindacali.
Abbiamo, tra l’altro, motivo di ritenere, come tutto questo, debba necessariamente portare a riaprire il tavolo relativo allo stress lavoro correlato.
A conferma di quanto già dichiarato nell’ultima riunione sindacale, riteniamo necessario oltre che indispensabile, rivedere gli indicatori di rischio che alla luce dell’attuale condizione di lavoro, potranno confermare oppure no, la congruenza o meno sotto il profilo della tenuta psico-fisica del personale.
Stiamo già considerando, l’altissimo e continuativo impiego dei turni notturni (notti su notti che talvolta vengono comandate anche dopo 24 ore e senza che venga osservato il riposo) oltre che, come detto, le diverse violazioni contrattuali che a questo punto, non possono che continuare a palesare l’aumento dell’indice relativo allo stress nei confronti del personale del Reparto Mobile.
Sebbene, proprio le stesse normative contrattuali e quelle previste dal D.L. 81/2008, in termini di prevenzione, diritti del lavoro e del diritto a lavorare in sicurezza con la preventiva valutazione dei rischi, nascono per ridurre al massimo ovvero eliminare (per quanto sia possibile) gli elementi stressogeni in modo che l’Operatore di Polizia possa lavorare nella maniera più serena possibile.
Oltre ai turni di riposo, non vengono concessi i recuperi riposi e pare che in particolare per il personale degli uffici, non viene effettuata una adeguata programmazione settimanale poiché è saltato il sistema. Roba d’altri tempi!! Siamo anche preoccupatissimi per il piano ferie dei colleghi degli uffici e della compagnia.
I mezzi non sono controllati come invece dovrebbero, la contabilità, la matricola, la segreteria direzione e tutti gli altri uffici, sono allo sbando. Tra l’altro, abbiamo motivo di pensare che lo stato emergenziale è probabilmente destinato solo a peggiorare, salvo interventi governativi dell’ultimo momento che potrebbero alleggerire il fenomeno migratorio – di cui però siamo a dubitare.
Non è più rinviabile nemmeno la valutazione degli attuali carichi di lavoro degli uffici ed è necessaria una valutazione più certa della loro allocazione ovvero di coloro che vi operano.
Per intenderci, ad esempio, mai dovrebbe essere mesa a repentaglio la sicurezza di una Caserma come la D’Oria che vogliamo rammentare, non è un ufficio qualunque ma un obbiettivo estremamente sensibile insieme a tutti i presidi di sicurezza e militari; mai dovrebbe essere indebolita la sua vigilanza che passa attraverso l’avamposto del Corpo di Guardia da cui costantemente vengono sottratte quelle già poche risorse disponibili; mai dovrebbe essere sguarnita la pre-armeria, in cui, tra l’altro sono costudite le armi e altro materiale!! Invece, adesso, questo avviene in maniera sistematica.
Il personale dei nuclei operativi, si è ridotto a mansioni di vigilantes ma con responsabilità di livello superiore alle loro. Spesso si assiste anche al demansionamento di ruoli e qualifiche atteso che all’interno di una squadra – in barba a qualsiasi regolamento e protocollo previsto per i Reparti Speciali, nello svolgimento di un servizio di O.P., convivono più ispettori o più sovrintendenti, mentre in altri casi, avviene esattamente il contrario ovvero diviene capo squadra, un Assistente Capo Coordinatore. Insomma uno stato confusionale che merita tutta la nostra disapprovazione e disquisizione critica!!
Assistiamo spesso anche ad un irrituale e illogico smembramento delle Squadre,
una questione che è stata stigmatizzata persino dal Capo della Polizia Prefetto Gabrielli nel corso della recente visita al Reparto Mobile Jonico (che non a caso ha continuato a fare il giro tra i reparti, riprendendo da Taranto dopo la visita a Cagliari). Rammentiamo ancora le sue parole: “chiamatemi subito se qualche dirigente durante un servizio, scompone e indebolisce una squadra!!”. E forse è arrivata l’ora di chiamarlo.
Infatti, per essere più precisi, durante i turni di servizio, soprattutto serali, ad una certa ora, viene disposto che alcuni elementi della stessa squadra, possono smontare atteso che i medesimi colleghi, saranno sistematicamente impegnati il giorno dopo in altro servizio di O.P, magari a distanza di qualche ora ovvero per un’attività mattutina, cosa già accaduta. Ci pare di capire come, regni sovrana, anche una certa approssimazione.
Per rimanere nella stessa dimensione confusionale – sebbene vi siano indiscutibili esigenze di servizio – osserviamo come spesso gli uomini di questo Reparto – come se già non fossero abbastanza impegnati – vengono utilizzati nei servizi il cui inizio è alle ore 04.00, al netto dell’adunanza. E’ il caso del recente servizio – uno fra i tanti – a Foggia.
Il chè, significa, che un operatore, deve svegliarsi (ammesso che sia riuscito a riposare) intorno alle ore 02.30 di notte, per poter esser in orario in Caserma, senza considerare i disagi del servizio precedente. Almeno che per convenienza, non li si voglia farli tornare ai “tempi della gamella”, quando i colleghi dormivano in Caserma e osservavano il pronto impiego, ergo erano sempre a disposizione del Comando!! Per nostra e loro fortuna, giunse la 121.
L’impegno di questi uomini, sia chiaro, non è mai venuto meno, soprattutto nei momenti più critici dove hanno sempre dimostrato una impeccabile osservanza al servizio. Tuttavia, l’affaticamento e lo stress di questi giorni che si somma a quello ancora non smaltito del periodo del lockdown, ha fatto si che si superasse ogni limite.
Infine, ma non certo meno importante, è necessario soffermarsi anche sulle mancanze storiche di questo reparto a cominciare dall’assenza di personale civile e di funzionari amministrativi a tal punto che il XV Reparto, da questo punto di vista e poichè per certi versi è amministrato dalla Questura di Taranto, sembra assumere le sembianze di un mero distaccamento della stessa Questura. Perde di fatto, quella autonomia per la quale, al tempo, per ottenerla, tanto si sono battuti i sindacati e soprattutto il SIULP.
Dr. Caramia, diciamo basta a questo stato di cose e a questa disarmonia. E’
necessaria una immediata inversione di tendenza per evitare che qualcuno si faccia male oppure prima che venga compromessa la sua salute. Sappiamo bene qual’è il nostro ruolo e quale livello di denuncia abbiamo conferito nella circostanza: il nostro è un ruolo anche di responsabilità ma soprattutto un ruolo scomodo e al suo cospetto probabilmente antipatico. Ma questo è. Noi, non siamo l’Amministrazione ma parte integrante di essa. Noi, siamo il Sindacato e come tale siamo sempre vicini ai lavoratori di Polizia poiché ci occupiamo della loro tutela e dei loro diritti spesso violati: a voi invece spetta tutto il resto che non è poco, attesa la responsabilità manageriale annessa alla gestione della risorsa umana.
Ormai, siamo usciti ancor più allo scoperto poichè anche noi, come sindacato, siamo stanchi di sopportare questa situazione; pensiamo come sia giunta l’ora che Lei vada a rappresentare ufficialmente la questione, all’Ufficio Ordine Pubblico e alla Direzione dei Reparti Speciali. Se non lo farà, saremo noi a farlo attraverso la Segreteria Nazionale del SIULP.
Non sono più sopportabili i soliti discorsi e le consuete infondate dichiarazioni che
vengono fuori quando qualcuno si lamenta e che si basano su congetture astruse, alle quali, noi francamente non abbiamo mai dato credito ma che invece, hanno talvolta disturbato gli stessi colleghi. Infatti, qualcuno all’occorrenza, esce fuori con la storiella dei c.d. “ricatti romani”: “ragazzi state buoni, altrimenti Roma-Ministero, ci togli i migliori e più gratificanti servizi di O.P.!!” – “Ragazzi, non lamentatevi più di tanto, sennò ci chiudono il Reparto!!”. E potremmo continuare.
E basta con queste idiozie!! I menestrelli di corte, la smettano di considerare i colleghi alla stregua dei “mercenari” giacchè il loro lavoro contempla tanti sacrifici, rinunce e sottrazione alle loro famiglie, per quanto il Reparto, questo invece SI, viene ancora tutt’ora scelto da molti colleghi per ovvie e indiscutibili ragioni economiche che riguardano persino l’investimento futuro della propria pensione, ora basata sul calcolo contributivo e non più retributivo (che era per certi versi più conveniente).
Siamo altresì stanchi di rimanere inermi a fronte di questo volgare chiacchiericcio, artatamente usato per far breccia sui colleghi che, però, hanno intelligenza da vendere e sanno bene come comportarsi. Se qualcuno la pensa diversamente da noi, poco importa. Il SIULP, non baratterà mai la dignità, la serenità e la salute dei poliziotti, in cambio di atteggiamenti e situazioni che materializzano ben altro, ecco che chiediamo alla Segretaria Nazionale di farsi carico di una segnalazione agli Uffici ministeriali.
Guardi Dr. Caramia, siamo consapevoli di ciò che in questo momento stà accadendo in alcune regioni del nostro Paese – a parte l’emergenza pandemica – e siamo consapevoli dei doveri a cui siamo chiamati come forza dell’ordine, doveri a cui nessuno di noi si è mai sottratto. Ma smettiamola con le anacronistiche dichiarazioni: “al Ministero, gli uomini gli chiede il Questore – Autorità di P.S. e non il Dirigente del Reparto…” – “Il Ministero ordina ed io eseguo…”
Certamente, è questa la fredda ed appropriata analisi ma di contro, scontata per chi riveste un ruolo manageriale. E che scoperta abbiamo fatto?! Lasciamo all’Impero Romano,
la storia di quel politico enunciato nel Vangelo.. Non vorremo accostare il scaro al profano,
ma se è vero che le decisioni vengono prese più in alto di Lei, è vero anche che la gestione e organizzazione di un Reparto come quello da Lei diretto, spetta appunto in via esclusiva al Dirigente, pertanto tutto ciò che noi abbiamo appena rappresentato, è riconducibile non al Ministero o ad altri, ma al suo management.
Ora, però, ci costa veramente tanto – e avremmo preferito non trovarci in questa imbarazzante situazione, atteso che il Dirigente è sicuramente un’ottima persona – affermare come alla luce della nostra denuncia, crediamo sia ormai necessario giungere a delle conclusioni e fare altre valutazioni, considerato il livello a cui è stato portato il XV Reparto Mobile di Taranto.
Ebbene, ripetiamo, ci costa veramente tanto affermarlo, ma crediamo come Lei, Dr. Caramia, probabilmente sfiancato dagli eventi e dall’attuale stato di emergenza – non si trovi più nell’adeguata condizione di continuare a dirigere questo Reparto.
Ne tragga qualche riflessione e non ci consideri screanzati e sfacciati, semmai, si prodighi sin da subito per fornirci, le più adeguate risposte alla nostra disamina – che per certi versi è similare a quella delle altre organizzazioni sindacali di questo territorio che hanno denunciato i fatti – segno che a fattore comune, si appalesano le medesime problematiche con ricaduta sul buon andamento del servizio e sulla serenità e salute dei colleghi del Reparto Mobile.
“Sappiamo di essere andati lunghi…”, ma purtroppo lunghe ovvero tante sono ormai le questioni che rendono fortemente critica la gestione di questo Reparto, considerando che abbiamo volutamente omesso di riferire su tutte quelle criticità che attengono lo svolgimento del servizio presso l’Hotspot, soprattutto alla luce dell’attuale contesto, criticità logistiche e sanitarie, che come sapete e come avete già letto, sono state già ben
rappresentate sia al Questore che al Prefetto di Taranto, ai quali abbiamo chiesto immediati interventi e a seguito delle quale, lo stesso Sig. Questore e non anche il Prefetto, ci ha fornito alcune risposte che abbiamo puntualmente pubblicato nella nostra chat sindacale.
Pertanto, i colleghi, nonostante cotanto ardire, avranno sicuramente portato pazienza e soprattutto apprezzato la nostra formale denuncia.
A riscontro, rimaniamo in attesa di un incontro con la direzione e i massimi quadri sindacali e delegati di reparto del SIULP.
Con cordialità.-
Antonio Digregorio