IL VULCANO
L’escalation di episodi criminosi come quelli delle rapine a mano armata in danno di alcuni commercianti, registratisi nella Valle d’Itria, ripropongono con forza la questione sulla sicurezza nei centri urbani. Senza creare panico o strumentalizzazioni di sorta, è quantomeno necessario affermare che la “fabbrica della sicurezza”, pur sforzandosi di creare tutte le condizioni possibili affinché il cittadino si senta più sicuro, attraversa una congiuntura negativa senza precedenti.
Ecco perché, bisogna avere l’ardire di denunciare pubblicamente lo “stato di salute” del sistema sicurezza poiché l’apparato ormai “scricchiola” abbastanza e non si vuole ammetterlo, pur considerando i risultati ottenuti con l’attività e il sacrificio di ogni giorno dei poliziotti e con la lotta alla criminalità. E le risposte da parte nostra, nonostante tutto, arrivano. Pensiamo all’arresto di un rapinatore seriale eseguito grazie alla professionalità e all’ottimo lavoro dei nostri colleghi di Martina Franca, ben coordinati dal dr. Salmeri, inchiodato dalle telecamere. Grazie, ragazzi. Video-sorveglianza che dovrebbe riguardare tra l’altro tutte le aree cittadine, ma molto spesso gli amministratori locali, latitano nella fase progettuale o distribuiscono male il denaro pubblico . Pur tuttavia, non ci si può nascondere dietro un dito: ci vuole una forte prova di coraggio e i primi a dimostrarla, debbono essere i Questori che hanno la responsabilità tecnica e i Prefetti che sono autorità di governo con responsabilità politiche.
Anche se, immediatamente dopo, è necessario infondere un messaggio rassicurante e dare risposte ai cittadini che non devono arrivare solo nella fase estemporanea di un evento oppure tutte le volte che, amministratori e politici, gridano al “lupo al lupo”. Ma anche attraverso l’adozione di piani strategici che il Comitato dell’Ordine e Sicurezza Pubblica deve elaborare per tutto l’anno e attraverso il coordinamento di tutte le forze presenti sul territorio, comprese le polizie locali che devono contribuire alla causa, senza concentrarsi, ad esempio, solo su settori specifici (come la “verbalizzazione al codice della strada” ?) e anche con la collaborazione e le segnalazioni dei cittadini. Le attività di polizia vanno quindi rafforzate e non indebolite come ormai accade da qualche anno, se è vero che si vogliono mantenere livelli accettabili di efficienza.
Qualche mese fà, rompendo un po’ gli schemi, uscì allo scoperto persino il nostro attuale Capo della Polizia che attraverso dichiarazioni pubbliche, esortando l’impegno di ogni giorno dei suoi uomini, ammise lo stato di insofferenza in cui verte il nostro apparato per effetto della “spending review” e di conseguenza il nostro stato di insofferenza.
E quando qualcuno alza il livello di denuncia sui problemi annessi alla sicurezza, ecco assistere ad un circolo ormai scontato, in cui, le varie compagini fanno leva sul Questore e Prefetto. Il Questore, con quello che ha a sua disposizione si adopera per contrastare il crimine e fà leva sul Dipartimento chiedendo più risorse. Il Dipartimento, a sua volta, si rivolge al Ministro e al termine di questo giro di valzer, si attende il miracolo ! Tuttavia, è molto probabile che quel questore che ha legittimamente dato impulso a tale appello, non ricevendo risposte, ricorre ad un verbo: “arrangiarsi, mentre fuori di qui, come da tempo denunciamo, il crimine aumenta, si attrezza e si perfeziona.
Tutto questo stride con il quadro attuale tanto in città quanto nei comuni della provincia e soprattutto in quei centri a maggior rischio criminale o con una maggiore densità di popolazione. Ecco perché questi centri non possono essere considerati di seconda categoria. Stride poi anche un’altra questione; probabilmente non tutti sanno che il Dipartimento della P.S., stà elaborando una revisione dei presidi di polizia su tutto il territorio nazionale che prevede la chiusura persino di sezioni specializzate che verranno sottratte al territorio e al cittadino. Non sappiamo nascondere le nostre preoccupazioni visto che la revisione porterà alla dismissione di alcuni posti di polizia negli scali ferroviari, in frontiera e di alcuni distaccamenti della Polizia Stradale anche se allo stato non abbiamo ancora acquisito dal Dipartimento un progetto definitivo. Sappiamo che a Taranto è a rischio chiusura la Sezione Polizia Postale (nell’era dei reati e delle frodi informatiche) e della Squadra Nautica (Taranto, Città dei due Mari ?)
Il SIULP Jonico, non accetterà passivamente una decisione del genere e sta per chiedere un incontro urgente con il dr. Enzo Mangini, Questore di Taranto. Vorremmo che ne scaturissero attente valutazioni fondate su validi motivi anche perché, non è dato sapere se in un ottica più generale, gli altri corpi di polizia saranno privati dei loro presidi. Non vorremmo trovarci di fronte ad un progetto che per gli altri preveda solamente una limatina di unghia.
La Città Jonica e la sua provincia, vive ormai da tempo un clima emergenziale. Possiamo paragonare la città e il suo hinterland ad un “Vulcano” in attività che da un momento all’altro rischia una micidiale eruzione.
Il personale in servizio ai Commissariati di Martina Franca, Grottaglie e Manduria, ormai opera in estrema sofferenza e i nostri appelli, ormai non possono rimanere inattesi: hanno bisogno di mezzi e di risorse umane più fresche. I nostri uomini non sanno più come dividersi tra attività ordinarie, straordinarie e di ordine pubblico oltre alle estenuanti attività di polizia giudiziaria operate in special modo quando accadono eventi criminali come quelli più recenti. In tali circostanze, il personale lavora “sotto pressione” perché, a giusta ragione diventa necessario dare risposte al cittadino e assicurare alla giustizia i delinquenti. Un pressing che nel corso della nostra delicata attività, potrebbe far commettere persino qualche errore e questo non è ammissibile, così come non è concepibile che in talune circostanze, possano venire meno anche alcuni istituti contrattuali e di garanzia per il personale, al quale devono essere garantiti i recuperi psico-fisici, le ferie, i permessi e tutto quello che è oggetto di verifica e di tutela sindacale.
Il personale deve insomma poter lavorare in maniera serena, tranquilla ed ecco perché, quale prima risposta, il dr. Mangini, dovrebbe innanzitutto rafforzare di qualche unità gli organici dei Commissariati. Un suggerimento che gli stiamo dando da diverso tempo pur comprendendo che tali aggiunte, perverranno dalle stesse risorse interne della Questura che in organico, già segna un meno 100. E questo inizia ad essere pesante per noi ! Taranto, è la provincia che ha un passivo sulla pianta organica, superiore ad ogni altra città pugliese. Chiedetelo al Capo.
In ogni caso, il cittadino và tutelato, la sicurezza và tutelata, i nostri operatori-professionisti vanno tutelati come sempre il SIULP ha fatto in oltre 30 anni di sindacalizzazione.
Taranto, 3 marzo 2014