Riportiamo il testo della lettera, prot. .7.11/778/2019/FL, inviata al Capo della Polizia Pref.
Franco Gabrielli il 24 u.s.
“Signor Capo della Polizia,
il Siulp è intervenuto ripetutamente presso l’Ufficio per le Relazioni
Sindacali per segnalare la grave situazione in cui versa la Polizia di
Stato rispetto alla fornitura e alla distribuzione dell’equipaggiamento
e delle uniformi.
Ciò nonostante continuano a pervenire segnalazioni dal territorio
secondo le quali, tra le altre cose, una consistente parte del personale ancora non riceve i capi dell’uniforme operativa.
La circostanza, purtroppo, è immediatamente sottoposta all’opinione del cittadino allorquando, nel percorrere le strade del Paese, incappa nel poco edificante spettacolo di incrociare pattuglie di polizia composte da colleghi costretti ad un abbigliamento difforme e variegato.
L’eterogeneità e la commistione di capi di diversa foggia, indossati dai colleghi che compongono la medesima unità operativa, inducono ad articolate riflessioni. Collide intanto irrimediabilmente con l’etimo di uniforme, sul quale posa l’immagine e il decoro della nostra istituzione, e lede la dignità di ogni singolo poliziotto, obbligato a indossare capi consunti ove non rabberciati.
La situazione sembra compromessa al punto che gli allievi agenti, durante il corso di formazione, sono costretti ad acquistare a proprie spese le polo prodotte da ditte esterne, quindi estranee all’Amministrazione. Poi, al termine del periodo formativo, vengono avviati ai reparti di assegnazione con dotazione di divise ed equipaggiamento incompleti.
L’incombenza della loro vestizione viene perciò rimessa ai reparti di assegnazione; il che risulterebbe anche ispirato al buon senso, atteso che ogni servizio, o specialità, utilizzano capi di vestiario ed equipaggiamento differenziati.
In effetti, la molteplicità di uniformi oggi in uso alla Polizia di Stato, prevede una molteplicità di capi che si differenziano a seconda dei reparti, degli uffici, delle specialità o delle specializzazioni. Forse accorpando e rendendo meno variegata l’uniforme di base, e prevedendo equipaggiamenti specifici solamente come accessori connessi alle esigenze delle diverse unità operative, il problema, in talune circostanze, potrebbe essere ridotto con la semplice distribuzione dello scudetto di reparto.
La questione dovrebbe essere affrontata e risolta in seno alla commissione paritetica per la qualità e la funzionalità del vestiario, la quale però, pur essendo scampata alla tagliola delle soppressioni, da tempo non viene riunita.
Si torna, quindi, al punto dolente dal quale siamo partiti, posto che, infatti, gli uffici territoriali non dispongono nemmeno dell’approvvigionamento per soddisfare le esigenze del personale già in servizio.
Siamo certi che non occorrano particolari sforzi per illustrare a chi, come Lei, da sempre ha dimostrato di avere una peculiare sensibilità per l’immagine dell’Amministrazione, quali possano essere le ricadute di una simile dequalificante situazione se non si interviene al più presto con una quanto più vigorosa determinazione.
Anche perché, quale ulteriore sgradevole conseguenza, riteniamo opportuno segnalarLe come, approfittando di questo vuoto gestionale, vi siano stati non pochi, anche all’interno dei ranghi della Polizia di Stato, che si sono improvvisati come procacciatori d’affari – immaginiamo anche con ricadute economiche non indifferenti – agevolando l’ingresso nelle nostre strutture, ed in particolare negli Istituti di Istruzione, di aziende produttrici di capi esteriormente identici a quelli che dovrebbero essere nella dotazione di ciascun operatore. Talvolta anche lasciando intendere che l’eventuale acquisto da parte del personale, e soprattutto degli allievi agenti, consente di evitare conseguenze disciplinari per quanti non sono in grado di indossare, non disponendone, la prevista uniforme.
Le notizie attinenti le procedure di gara per le forniture del vestiario e
dell’equipaggiamento per l’anno corrente, acquisite da fonti aperte come il sito ufficiale della Polizia di Stato, disegnano un quadro fortemente compromesso riguardo l’attuazione del piano di programmazione pluriennale dei capitoli di spesa dedicati. Sembrerebbe di capire
che, durante le procedure di gara, molti dei lotti relativi ai capi di vestiario sono andati deserti per la mancata partecipazione di partners fornitori, oppure a causa dell’annullamento della gara per vizi di procedura tecnica.
L’incremento della capienza dei fondi previsti dal D.L. 53/2019, convertito nella Legge 77/2019, sembrava risolvere la problematica; tuttavia, pare perdurare un ritardo nell’acquisto dei capi di vestiario, che determina il rischio di dover ricorrere ad una procedura di urgenza e, dunque, ad un appalto soggetto alla disciplina del “maggior ribasso”. Non crediamo di dire nulla di nuovo nell’osservare come questo tipo di bando finisca poi per penalizzare la qualità della fornitura, aprendo la stura a contestazioni per la cui definizione occorrono tempi non compatibili con le segnalate urgenze.
Nel denegato – ma non improbabile -, caso in cui si dovesse verificare una mancata aggiudicazione, i fondi disponibili per l’acquisto delle uniformi, onde non essere perduti, dovrebbero venire stornati per l’approvvigionamento di altri beni e servizi diversi.
Per tutto quanto precede sono quindi a chiederLe, conoscendo la premura e l’attenzione che rivolge all’immagine della nostra istituzione e l’interesse che presta per la sicurezza e il benessere di tutti i poliziotti, di voler compiere ogni utile sforzo per agevolare l’approvvigionamento e la distribuzione delle uniformi in tutti gli uffici e i reparti, in modo da restituire decoro ed efficienza all’Amministrazione, assieme alla dignità a tutti i poliziotti che orgogliosamente, tutti i giorni, vorrebbero poter indossare, senza imbarazzo, l’uniforme della Polizia di Stato.”