Il SIULP, primo sindacato dei poliziotti, in tutti questi anni, non ha mai fatto ricorso ad atti strumentali e bellicisti nei confronti di chi amministra il bene quando quest’ultimo ha prodotto effetti negativi in special modo in quella che, nella concezione più moderna, viene definita come l’human resource management che tradotto letteralmente, sta per “gestione della risorsa umana”.
Semmai, il nostro sindacato, all’occorrenza ricorrendo anche alle maniere energiche e risolutive, ha cercato e cerca, nel rispetto dei ruoli, di costruire le basi o saldarle definitivamente, in quei processi che migliorano l’organizzazione del nostro lavoro contribuendo a restituire all’operatore di polizia, nell’ambito della nostra delicata, imprevedibile ed esaltante attività, la sufficiente serenità a svolgere i compiti demandati, o quanto meno prova a farlo.
Tant’è che laddove tale condizione è risulta fruibile, ne abbiamo potuto osservare gli effetti positivi che ne hanno migliorato persino le nostre performance. Si perché, se un lavoratore sta bene e lavora serenamente, è assai ma assai probabile che sviluppi una figura avente 4 lati (definiamola in questo modo) ovvero 4 condizioni:
1) benefici psico-fisici sul personale;
2) accrescimento dell’indicatore di performance;
3) sostanziale diminuzione di una probabile conflittualità a livello sindacale;
4) fruibilità del nostro operato e benefici sulla stessa comunità che riceve i nostri irrinunciabili servizi.
Proprio la gestione del personale, in generale, in questi ultimi anni, ha subito grandi trasformazioni, poiché, datore di lavoro, lavoratore e crediamo pure chi lo rappresenta, ha dovuto conformarsi a nuove logiche e alle recenti esigenze o canoni, determinati in funzione della cronica carenza del personale e dell’aumento dei carichi di lavoro, considerato che da
una parte vi è spesso una deficienza degli attuali protocolli operativi e dall’altra l’accrescimento esponenziale dell’Ordine Pubblico che ormai sta sfiancando anche i più temerari.
Ed è proprio nell’ambito della gestione delle risorse umane che, come massima espressione sindacale, stiamo cercando di comprendere quali potranno essere, alla luce di una auspicabile riorganizzazione dei servizi di Polizia e dei ruoli, le prossime linee di governance. Un architrave, su cui poggerà la scommessa futura per una nuova e più esaltante Polizia, più pronta a rispondere alle sfide che il mondo intero ci stà lanciando.
Ma a tutt’oggi, l’Ordine Pubblico, probabilmente lo si vive in maniera diversa. Vi è spesso, una “recalcitrante” esaltazione dei numeri che – al netto delle valutazione dell’Amministrazione – rappresenta per noi la punta dell’iceberg a cui, mai come ai nostri giorni, soprattutto per quanto attiene l’impiego dei Reparti Mobili, porta talune volte a sviluppare ansie e preoccupazioni per chi quel bene deve amministrarlo. Una situazione, spesso tangibile dagli addetti ai lavori e da chi, in funzione del suo ruolo è strettamente collaborativo con la dirigenza. Spesso, ad esempio, si verifica che una squadra, deve poter avere in sé, necessariamente il numero pari o perfetto: quasi non vi fosse deroga al fatto che possano venire meno, una, due o tre persone e mentre l’ansia sale, ecco che vi è una spudorata ricerca all’apparamento di quel numero perfetto.
Affiora talvolta, una sorta di “paura” nel non potere soddisfare, ad esempio, i numeri d’impiego che ogni giorno il Dipartimento impone, ma spesso, però, ci si dimentica che nel rovescio della medaglia, bisogna fare i conti con norme, regolamenti, contrattazioni decentrate e con i diritti consacrati dei Poliziotti, conquistati con enorme sacrificio dai sindacati in cui sono ad esempio contenuti, i riposi, il congedo, i permessi ed altro ancora. Dall’altra, vi è il sacrosanto diritto di lavorare e di essere appagato dalla remunerazione economica. Non vogliamo annuire ad alcuna distinzione (operativa), ma nel “gioco del reclutamento”, ecco che è inevitabile una dissomiglianza (sempre di ordine operativo e non altro) tra chi è direttamente impiegabile in quel tipo di servizio e come tale avocato per quella attività, e chi solitamente è deputato ad altro, fermo restando che comunque, all’occorrenza, è sempre necessario un regime di concorrenza nei servizi, purché quest’ultimo sia ben disciplinato e programmato senza che crei, da una parte o dall’altra, approssimazione, violazione di norme (ANQ), biasimo e sottoposizione a livelli di stress psico-fisico di cui oggi se ne stà occupando persino una Commissione ministeriale. E non è poco, alla luce di una serie di condizioni purtroppo registrate in questi ultimi anni con riferimento allo stato psico-fisico legato ai carichi di lavoro o altre condizioni contingenti. Chiediamo venia se tocchiamo un tasto maledettamente serio, ma vi è un dato allarmante legato a quel tipo di accertamento: gli aumenti dei sucidi.
Per dire, che nell’ambito dalla gestione del personale del XV Reparto Mobile, il SIULP di Taranto, avrebbe tanto da rappresentare ed elencare, atteso che in questi giorni, dopo il cambio al vertice, abbiamo registrato una serie di “processi involutivi” in ordine all’impiego del personale, stante le continue e giuste lamentele del personale, tutto. Situazioni quest’ultime che meritano dei correttivi e che al momento, non depongono a favore del Dr. Giuseppe CARAMIA. Per carità, tutta la fiducia possibile e il tempo che ci vorrà perché quest’ultimo, quale Dirigente di questo transatlantico, assuma piena padronanza ed esperienza che a tutt’ora, non sia risentito per quanto stiamo per dirgli, crediamo manchi.
Orbene, non vogliamo anticiparvi nulla poichè ci sembra più giusto e propedeutico rimandare ogni nostra valutazione alla giornata di martedì 30 agosto p.v., nella quale, a seguito del nostro ultimo documento stilato dalla Segreteria di Base (Antonio Montillo), il Dirigente del Reparto, su nostra sollecitazione e su sua premura, ha inteso convocare il SIULP (e scusateci se preferiamo usare tale locuzione e non anche “Comandante”, atteso che quest’ultima, a nostro avviso, sembra attinente più ad un ambito militaristico e meno al nostro ordinamento civile che la Legge 121 conferisce e che noi difendiamo). Certo è, che il Reparto di Taranto, ha tutti i presupposti, le caratteristiche e le risorse interne di uomini altamente professionalizzati e preparati, per meritarsi una gestione improntata all’organizzazione e meno all’approssimazione a mo’ di gestione di “azienda rurale”, e ci scuserete per il termine improprio che è solo metaforico.
Ovviamente vi terremo informati degli esiti della riunione, in cui, nel discutere sulle varie criticità, ci adopereremo per una nostra bozza rivendicativa ottenuta sulla base delle vostre esperienze e richieste. Ma fin d’ora, vorremmo che qualcuno al vertice, capisca che sarà da noi “premiato” ogni qualvolta farà bene, ma prenderemo le distanze e “non faremo sconti”, tutte le volte che mancheranno le condizioni di serenità ritenute necessarie per assolvere al meglio al proprio lavoro.